Musica. Respiro dell’anima, essenza della società
Il tema, che ispira le prossime feste dei santi Faustino e Giovita, propone di attingere alla universalmente condivisa, eppure enigmatica, esperienza della musica.
In un tempo di disarmonie, di dissonanze e di insopportabili suoni di contrapposizione, cui sovrastano inaccettabili rombi di guerra, si avverte l’esigenza di riscoprire il valore aggregante, coinvolgente, terapeutico, pacificante del linguaggio musicale. Riflettere e invitare a riflettere sulla necessità di permeare sempre più ogni luogo e ogni circostanza della vita con la bellezza e il valore della musica, appare, dunque, urgente e non rinviabile. Nella quotidianità e nei momenti più impegnativi e travagliati della vita il ricorso alla musica, al ritmo che evoca i primordiali battiti originari di ciascuno e tocca nell’armonia le corde più profonde e mobilita le inclinazioni più nobili dell’animo umano, dovrebbe contribuire a creare spazi di comprensione e alimentare sentimenti di pace autentica.
Musica: respiro dell’anima, essenza della società è tema che invita non già a fare musica secondo un meccanismo bulimico, dettato dall’esigenza di svago e diletto e da pur legittimi interessi economici, ma a porne in luce la capacità maieutica, così da essere accompagnamento di ogni momento di crescita e valorizzazione della vita umana, promozione di aggregazione e incontro, elemento generatore di moderazione e di condivisione nonostante tutto, divenendo antidoto ai frequenti episodi di violenza alimentata anche contro chi, mediante la musica, tenta di ovviare al prevalere di logiche di odio.
Musica ragionata e non soltanto eseguita, secondo un approccio che mobiliti soprattutto i giovani e le istituzioni deputate a promuovere formazione musicale e diffusione di tutti gli effetti benefici e positivi che la musica produce sia per chi la fa, sia per chi l’ascolta.
Si tratterà, dunque, di scandagliare anche in prospettiva storica i generi musicali, mobilitando i molteplici soggetti impegnati a riproporne il valore e l’attualità: dalle origini, ampiamente testimoniate nelle culture classiche, per passare alle forme della salmodia monastica e all’antifona del gregoriano, giungendo ad evocare il ruolo assunto dalla musica nel definire la cultura e l’identità occidentale, quasi a costituire l’anima dell’assetto identitario definito dal
Giovanni Girolamo Savoldo
Giovane gentiluomo con flauto, 1525 ca., olio su tela
Civici Musei d'Arte e Storia di Brescia
diritto comune; non tralasciando le declinazioni regionali e nazionali testimoniate negli inni, riassunte nella contemporaneità in quel linguaggio universale che dovrebbe essere il profilo più evidente della comune convivenza e che diviene, al contrario, ostacolo, opposto da chi persegue obiettivi di divisione e conflitto.
Dal ritmo del battito del cuore materno all’armonia della ninna nanna; dai richiami funzionali alla caccia ai balli ritmati di coesione di gruppo; da ritmo e armonia che sposano il testo poetico all’accompagnamento che si fa canzone, capace, come afferma Dante, rivolgendosi a Casella nel Purgatorio, «di quietar tutte mie voglie», aprendo la strada alla rivoluzione di Beethoven, alla sua eccelsa capacità di uscire dalla tragica desolazione del suo presente, trovando nella natura forza e motivo per una reazione eroica, segnando, sull’insegnamento di Dante, il percorso per un anelito all’infinito che anima tutti i suoi successori.
Quale rimedio, dunque, per un mondo in crisi?
Più che la bellezza, a salvarlo, non potrà che essere la bellezza della musica.
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